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“Cercando segnali d’Amore nell’Universo” di Luca Barbareschi. Recensione

“Cercando segnali d’Amore nell’Universo” di Luca Barbareschi. Recensione

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"Cercando segnali d'Amore nell'Universo" di Luca Barbareschi

“Cercando segnali d’Amore nell’Universo” di Luca Barbareschi

CERCANDO SEGNALI D’AMORE NELL’UNIVERSO di Luca Barbareschi. Un racconto della sua vita travagliata e travolgente, una specie di diario del percorso che Luca Barbareschi ha seguito fino ad ora lungo un personale e faticoso cammino: ecco cos’è la rappresentazione che l’attore, regista e produttore nonché recente direttore artistico dell’Eliseo ha messo in scena la sera del 22 dicembre in occasione del quarantesimo compleanno della sua carriera di artista eclettico, saggio, a volte ironico a volte drammatico.
Un one man show pieno di energia che si espande dal palcoscenico alla platea attraversando la sua vita umana ed artistica, elaborato con l’utilizzo della saggezza di Shakespeare, l’arguzia di David Mamet ( le cui opere vennero introdotte in Italia proprio da Barbareschi negli anni ’80 ) e le parole sagge di Eschilo, il tutto condito ironicamente con musiche di Mozart, James Taylor e Chico Barque.
Uno spettacolo auto dedicato, ma dedicato anche a tutti coloro che, sognando, cercano nel buio della notte la voglia di completare e di festeggiare la loro vita incompiuta, uno spettacolo tanto coinvolgente che ti sembra di viverlo insieme a lui, al Barbareschi insoddisfatto ed ancora un tantino incompleto ma talmente certo di essere se stesso che la prima scrittura di questo spettacolo, dal carettere cupo, l’ha voluta trasformare in una piéce teatrale nel corso della quale, istrionicamente, canta, balla, recita ricordando i suoi trascorsi, la sua famiglia ( le zie, una lussata ad un’anca e l’altra gobba, da lui così simpaticamente imitate da trasformare i loro problemi in vera, sapiente ironia ); le sue donne ( tre, fino ad ora ), i suoi figli, sua madre così autoritaria ed indifferente nei suoi confronti e con un divorzio a seguito del quale l’intero paese la definì una poco di buono, l’esperienza traumatica della sua adolescenza, il guadagnare terreno a poco a poco nella professione fino a qualificarlo, oggi, come uomo talmente maturo da essere quello che ora è.
Chiara Noschese ha curato la regia di “ Cercando segnali d’amore nell’universo “ che vanta ormai oltre sessanta repliche in Italia, sessanta serate trascorse a coinvolgere una marea di spettatori in un caleidoscopio di siparietti talmente ben legati tra loro da formare la storia di una vita, accompagnati da musiche della band di Marco Zurzolo e dalla voce di sua figlia Angelica, brava e promettente vocalist in grado di creare la giusta atmosfera in questo spettacolo che ha per morale il senso del saper lungamente attendere guardando oltre ogni apparenza, allo scopo di raggiungere, nella vita, i più ambiti traguardi.

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