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“Io sono Vera” di Beniamino Catena: nelle nostre sale arrivano il Cosmo e il Cinema

“Io sono Vera” di Beniamino Catena: nelle nostre sale arrivano il Cosmo e il Cinema

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Anteprima di gala ieri sera alla Sala Troisi di Roma per “Io sono Vera” (titolo internazionale: “Verda de Verdad”). Questa produzione italo-cilena (capeggiata dalla Macaia Film di Simone Gandolfo e distribuita in Italia dalla No.Mad Entertainment di Lydia Genchi) è il primo lungometraggio per il cinema di Beniamino Catena, regista con all’attivo più di settanta film per la televisione (tra cui quelli della fortunata serie di Rai Uno “Doc – Nelle tue mani”). Una storia – come la definisce l’autore – dai «connotati meticci perché il fantasy si fonde con la fantascienza abbracciando il dramma e il genere romantic».

Sala Troisi – La presentazione di “Io sono Vera”, moderata da Pedro Armocida con il cast tecnico artistico

Vera è un’undicenne ligure con la passione per le stelle. Figlia unica e brava studentessa, proprio dal suo giovane docente Claudio, amico di famiglia, viene accompagnata a spargere “nel cosmo” le ceneri dell’amata cagnolina, da lui stesso anni prima regalatale. L’intima cerimonia viene filmata dall’uomo e si svolge sul promontorio di Punta Crena, a picco sulla scogliera di Finale Ligure, un luogo frequentato dalla ragazzina assieme al padre. Tuttavia, non appena la videocamera abbandona la ragazzina e si sposta a seguire le ceneri nell’aria… Vera scompare nel nulla. Nello stesso momento, a San Pedro de Atacama, in Cile, Elias, un tecnico dell’osservatorio spaziale più alto del mondo (un deserto lunare a cinquemila metri sul livello del mare), torna in vita dopo un infarto che lo aveva fatto dichiarare dai soccorritori clinicamente morto. Elias rimane sconvolto da quell’esperienza di pre-morte, e nei suoi sogni fanno irruzione frammenti del recente passato di quella ragazzina ligure a lui sconosciuta. L’uomo si riavvicina così alla figlia Clara, giovane donna abbandonata da lui quando era piccola, e le dona ogni suo avere. Poi comincia a vagare nel deserto in cerca di risposte. Una sciamana lo aiuta a capire che la presenza nei suoi sogni è un’anima sospesa. Della quale Elias, navigando in rete, scopre stupefatto il nome e le dinamiche della misteriosa scomparsa. Il suo arrivo in Italia consentirà a quell’anima di uscire dal limbo… profondamente diversa da prima.

Beniamino Catena, Marta Gastini, Davide Iacopini e Lydia Genchi


Non voglio svelare altro della trama, che con una forzatura si potrebbe dividere in tre grandi atti (intitolati, ad esempio, “Elias”, “La nuova Vera” e “L’eredità di un bacio interstellare”). Una suddivisione forzata perché il film è in realtà finissimamente stratificato, in esso le tre dimensioni – due terrestri e agli antipodi, e una cosmica e imperscrutabile pure con il telescopio più avanzato – comunicano senza soluzione di continuità, alimentando un gioco di rimandi inesauribile e affascinante per la mente e lo sguardo.

L’ingresso della Sala Troisi

Il regista conferma qui la propria competenza cinematografica e autoriale. Porta ai massimi livelli la recitazione di esordienti e professionisti, la piccola Caterina Bussa e l’eterea e perfetta aliena Marta Gastini (Vera rispettivamente da piccola e da grande), il tormentato Davide Iacopini (Claudio), gli intensi e struggenti Anita Caprioli e Paolo Pierobon (i genitori), l’energica e magnificamente trattenuta Manuela Martelli (Clara) e il semplicemente monumentale Marcelo Alonso, attore feticcio di Pablo Larraín (Elias). Catena, inoltre, sceglie sempre il punto di vista giusto, intrecciando le inquadrature nella cadenza più incalzante; soprattutto, coadiuvato dalla pervasiva e magnetica colonna sonora dei Marlene Kuntz – un tappeto di note al contempo spaziale ed emozionante –, riesce a disegnare un dialogo impossibile, tra due anime e tra due stelle, che si potranno (re)incontrare in una forma mai vista al cinema, non “nella memoria” o “nella promessa mantenuta”, non “a distanza” e tanto meno “fisicamente”… O meglio, in tutti questi modi insieme, rivisitati però secondo le logiche di una meccanica che va oltre la propria declinazione quantistica.

Quelle del cinema di Beniamino Catena sono infatti le logiche del cosmo, dell’universo, logiche “universali” esattamente come quelle del cinema più puro e potente.

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