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Con “ Adagio “ Stefano Sollima continua sulla via del poliziesco

Con “ Adagio “ Stefano Sollima continua sulla via del poliziesco

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Con questa sua pellicola, che appare per la verità un tantino retrò in quanto a soggetto, Stefano Sollima torna sul tema malavita romana assegnando però allo svolgimento di fatti un che di familiare, di apparente “volemose bene” che, comunque, riprende i grandi temi delle varie bande che infestavano ed ancora oggi infestano la Capitale.

Sollima ripercorre le strade della Capitale infestate da una malavita incalzante con un passo più lento del normale, adagio appunto, per osservarle e descriverle in un film all’interno del quale non ci sembra di rilevare alcun che di particolare; interpreti Pierfrancesco Favino ( il cammello ), Tony Servillo ( Daytona ), Valerio Mastandrea ( Paul Niuman ) oltre che ad Adriano Giannini nei panni di uno dei tre carabinieri corrotti che indagano su un traffico di marchettari: uno dei ragazzi che cercano di ricavare soldi dalla prostituzione maschile va ad infilarsi in un problema più grande di lui scatenando tutto lo svolgersi del film, un film che va idealmente ad aggiungersi, come soggetto e genere, a precedenti più grandi di lui: “Romanzo criminale”, “La serie” e “Suburra”.

E’ una pellicola di toni bui che non fa altro che evidenziare l’abilità del truccatore
Lorenzo Tamburini il quale riesce a propinarci personaggi dagli aspetti eccessivamente deformati ma che dal punto di vista della tecnica cinematografica non manca di nulla, dalla sceneggiatura enfatica alla efficace fotografia alla quantità di personaggi coinvolti nelle varie azioni che caratterizzano quella che appare essere una normale storia di malavita con ricattati e ricattatori, con corrotti e corruttori, con morti ammazzati a non finire, con scene fantasmagoriche come quella che si svolge alla stazione Tiburtina che coinvolge praticamente tutti i personaggi della storia.

Ma forse una morale c’è ed è quella che si ricava dall’incontro dei figli di due dei personaggi clou all’interno di un commissariato, incontro che sembra voler imprimere un segno di speranza e di rinascita alla vita di una città che sembra allo sbando, peraltro invasa da un incendio enorme del quale non si riesce completamente a spiegare perché domini lo sfondo della vicenda; inoltre sembra una buona idea quella di voler evidenziare il rapporto, questo vero, tra padri e figli come quello tra il bandito Daytona e suo figlio e quello tra il carabiniere implacabile, ma comunque corrotto, ed i suoi figli.

 

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