Girare il mondo per poi ritrovarsi nelle sicure e comode mura domestiche. Sembra essere questo l messaggio indiretto di ‘Passioni e desideri’ dir etto da Fernando Merelles, nelle sale italiane dal 20 giugno. Un film ambientato in otto città: tra Vienna, Parigi, Londra, Bratislava, Rio, Denver e Phoenix. Una storia narrata in un unico arco narrativo che intreccia le vite e le storie dei personaggi in connessione tra loro, inconsapevoli di esserlo. L’amore nel XXI secolo, che sottolinea il modo in cui le vite di persone lontane geograficamente si intrecciano e si combinano in un imprevedibile scenario, il frutto della globalizzazione? O semplicemente l’effetto domino della decisione di uno che modifica l’intero sistema?
“In un certo senso Passioni e Desideri è un riflesso del modo in cui vivo e del fatto che passo davvero troppo del mio tempo in aeroporto e in viaggio. Se ti metti nello stato leggermente confusionale dato dal jet lag e provi a immaginare la vita in queste quattro città che sono tutte centri metropolitani pieni di comunità multirazziali,² non puoi fare a meno di notare come i vecchi confini siano ormai un fatto obsoleto e come la vita moderna del 21° secolo sia diventata quella di una sola comunità globale” spiega lo sceneggiatore Peter Morgan.
Peccato però che i personaggi non convincano abbastanza. Sembrano poco approfonditi i rapporti amorosi, dovè la forza dell’amore di un uomo che decide di rimanere fedele alla moglie? Decisione da cui prende vita l’intero intreccio?
E’ quasi come se il titolo ‘Passioni e desideri’ mettesse fuori strada lo spettatore che attratto dalla presenza di Anthony Hopkins, Jude Law e Rachel Weiz si aspetti una travolgente passione che nel film manca.
Non delude certo la recitazione di Anthony Hopkins il cui personaggio soffre, forse, del paragone con il personaggio interpretato in “Ti presento Joe Black” in cui è un padre morente che spinge la figlia a vivere appieno i sentimenti.
