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A trent’anni da Nuovo Cinema Paradiso, film manifesto per guardare oltre la finestra, oltre il coronavirus

Trent’anni. Tanti ne sono passati da quando Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore venne consacrato come miglior film straniero. Un Oscar ad un film manifesto, tanto travagliato nell’elaborazione tanto poi meritato in termini di successo con le musiche di Ennio Morricone, la nostalgia di un’epoca perduta, l’atto d’amore per il cinema e i suoi protagonisti.

Un film non facile, dalla durata iniziale di 157 minuti, accolto con freddezza sia dalla critica che dal pubblico. Eppure grazie ad un taglio terapeutico del produttore Franco Cristaldi l’opera di Tornatore – che doveva essere essenzialmente un canto funebre per la Settima Arte con tutto il significato del passaggio dall’analogico al digitale – comincia una cavalcata incredibile che lo condurrà fino all’ambita statuetta, assegnata nel marzo del 1990, qualche anno dopo un altro film straordinario e tutto Made in Italy come Mediterraneo di Gabriele Salvatores.

La storia di Nuovo Cinema Paradiso è risaputa, studiata, analizzata. È la storia di un microcosmo siciliano, un paese di fantasia inventato dal regista, Giancaldo, dove si intrecciano oltre quarant’anni di vita scanditi dalle pellicole più belle che servono per raccontare la storia di Salvatore, un regista affermato che ha dovuto lascare l’isola per la Capitale e che viene interpretato da tre attori diversi: il piccolo Totò, Salvatore Cascio, l’adolescente irrequieto e innamorato Marco Leonardi e infine l’uomo cresciuto ma con un buco nel cuore, Jacques Perrin – nella versione adulta.

Un film che è un lungo viaggio nel passato dove Salvatore ritorna nella sua Sicilia per il funerale del suo mentore, l’amico Alfredo, il proiezionista del cinema orami demolito interpretato magistralmente da Philippe Noiret che gli trasmette tutto l’amore per il cinema e per la vita.

Questo film mi ha dato tutto” ha raccontato Tornatore “nell’arco di un anno mi è accaduto tutto quello che può accadere nella carriera di un regista: dall’insuccesso più nero e disperato, fino al successo più roseo e gioioso. È stato come avere fatto dieci film insieme, un’esperienza profonda e articolata a cui devo tutto”.

Ci sono scene memorabili in Nuovo Cinema Paradiso che negli anni, e non solo grazie all’Oscar, è diventato un cult per più generazioni. Molti ricorderanno gli spezzoni dei baci tagliati per via della censura dell’epoca, ma anche le scene della sala piena al punto che per accontentare tutti con una “magia” Alfredo riesce a proiettare i film sulla facciata di un palazzo, perché il cinema e le sue emozioni sono di tutti, nessuno escluso.

In questa strana stagione che stiamo vivendo, dove a prevalere è più l’ansia e l’angoscia per questa quarantena da coronavirus rispetto al sogno e alla speranza, forse il messaggio del film di Tornatore è ancora più che mai valido: l’amore vince, non sempre, ma vince. E con questo quei sogni che ci aiutano a guardare oltre la finestra.

Giornalista professionista, ha lavorato nelle redazioni del Tg4, Il Giornale, Liberal, Affari & Finanza e, come corrispondente, per Tribuna de Actualidad. È stato tra i curatori della comunicazione aziendale di Cirlab, Netsystem ed Enel. È autore dei libri El Paìs, le ragioni di una svolta (FrancoAngeli, 1999), Europa di carta guida alla stampa estera (FrancoAngeli, terza edizione 2009) e coautore del volume Guido Gonella, il giornalista (Edizioni Goliardiche, 2006). Ha insegnato Storia del giornalismo europeo all'Università Lumsa di Roma. Nel 2006 ha vinto il premio giornalistico come addetto stampa dell'anno per l'economia. E' stato capo ufficio stampa del Ministero del Commercio Internazionale, vice coordinatore dell'Ufficio Stampa e Comunicazione del Ministero dello Sviluppo Economico e assistente per la stampa nazionale a Palazzo Chigi durante l'esperienza del Governo tecnico guidato dal prof. Mario Monti.