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“Io sono l’abisso” al cinema l’anomalo serial killer di Donato Carrisi

Rovistare nella spazzatura, perché è proprio li che le persone non cadono nella finzione, sono reali come i loro rifiuti. Ed è proprio li che il nuovo serial killer uscito dalla penna di Donato Carrisi trova le sue vittime. C’è molta attesa per il nuovo film che il maestro della suspence ha realizzato dal suo bestseller da 200mila copie – “Io sono l’abisso” (Longanesi, 383 pagine, 14,90 euro) – che uscirà nelle il dal 27 ottobre con Vision Distribution e che è stato presentato alla stampa presso il cinema Adriano di Roma.

Siamo sul lago di Como, trasformato per l’occasione in un palcoscenico noir. Qui un inquietante netturbino, “l’uomo che pulisce” ha un’idea ossessiva: gli uomini mentono, la spazzatura no. Uno spazzino che ha alle sue spalle un’infanzia horror, al punto che da bambino aveva rischiato di morire in piscina. Una mente deviata, fagocitata dalla presenza-assenza di un padre che lui chiama Michi e che altro non è che la sua coscienza che bussa ogni volta che deve commettere un crimine.

“Non volevo che ci fossero innocenti e colpevoli, il bianco e nero non mi è mai piaciuto, volevo addirittura che a un certo punto si provasse compassione per lo stesso serial killer” – ha spiegato lo scrittore nell’incontro con la stampa . Infatti è un assassinio anomalo rispetto ai tanti che abbiamo fin qui conosciuto, perché è anche capace di salvare la vita oltre alla sua “naturale” professione che è quella di uccidere. Questo appare evidente quando “l’uomo che pulisce” incontra la “ragazzina col ciuffo viola”, che per la prima volta lo fa sentire vivo e non invisibile agli occhi del mondo.

Ma sulle sponde del lago di Como c’è anche un altro personaggio: la “Cacciatrice di mosche” che sa che in giro c’è qualcuno che sta uccidendo donne con un particolare comune a tutte loro: i capelli biondi e il fatto che sono prostitute oltre i sessant’anni.

“Già nel romanzo avevo deciso di togliere i nomi e questo anonimato ha funzionato – ha spiegato ancora il regista della sua scelta di omettere nella promozione i nomi degli attori – Anche questo film nasce da fatti di cronaca di cui mi sono nutrito. Penso a un serial killer come Luigi Chiatti, il mostro di Foligno, che aveva avuto un’infanzia tremenda. Il fatto è che questi personaggi a volte non sono davvero così mostruosi anche l’essere seriali li rende quasi banali”.

Così lungo le due ore di film con una tensione che cresce con un ritmo lento come i flashback del protagonista lo spettatore prova ad entrare nella mente del serial killer, a carpirne i segreti e i traumi che vengono raccontati da una voce fuori campo che piano piano svela anche i segreti di questo “abisso” in cui è precipitato “l’uomo che uccide” ma anche “che salva una ragazzina” che si è gettata nel lago come un rifiuto. Una la ragazzina che nasconde  un segreto e ha urgente bisogno di aiuto. Solo che aiutarla metterà a rischio la sua invisibilità, al punto da portarlo fuori dal suo abisso.

Giornalista professionista, ha lavorato nelle redazioni del Tg4, Il Giornale, Liberal, Affari & Finanza e, come corrispondente, per Tribuna de Actualidad. È stato tra i curatori della comunicazione aziendale di Cirlab, Netsystem ed Enel. È autore dei libri El Paìs, le ragioni di una svolta (FrancoAngeli, 1999), Europa di carta guida alla stampa estera (FrancoAngeli, terza edizione 2009) e coautore del volume Guido Gonella, il giornalista (Edizioni Goliardiche, 2006). Ha insegnato Storia del giornalismo europeo all'Università Lumsa di Roma. Nel 2006 ha vinto il premio giornalistico come addetto stampa dell'anno per l'economia. E' stato capo ufficio stampa del Ministero del Commercio Internazionale, vice coordinatore dell'Ufficio Stampa e Comunicazione del Ministero dello Sviluppo Economico e assistente per la stampa nazionale a Palazzo Chigi durante l'esperienza del Governo tecnico guidato dal prof. Mario Monti.