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Lockdown all’italiana, un film di Enrico Vanzina con riferimenti a Sordi e Gassmann, ma di levatura diversa

In un momento delicato come quello che stiamo vivendo esce questo film di Vanzina che potremmo catalogare come “ commedia all’italiana “, una commedia che risente evidentemente della drammaticità della situazione ( speriamo non replicabile ) creata dal Coronavirus nell’interminabile periodo che è stato dal 9 marzo al 15 maggio di questo bisestilissimo anno 2020.

Due coppie, Mariella e Giovanni, (Paola Minaccioni ed Enzo Greggio ) e Tamara e Walter, (Martina Stella e Ricky Memphis ) il giorno prima del blocco forzato: entrambe viziate da tradimenti del marito della prima e della moglie della seconda, stanno per prendere la decisione di separarsi avendo scoperto che Giovanni e Tamara sono amanti; una interminabile e ben descritta serie di sotterfugi e di bugie per coprire le reciproche scappatelle che, però, vengono a galla proprio il giorno in cui viene annunciato il lockdown, affiancate da sincere risate che comunque non riescono a nascondere l’amarezza di quanto seppure comicamente descritto si verificò quel 9 marzo 2020.

La commedia appare ben descritta nella sua semplicità, ben illustrata ed altrettanto ben raccontata, fila, sia pure, verso la fine della pellicola, piuttosto lentamente accompagnata da una splendida fotografia e da una accorta sceneggiatura della quale è coautrice la stessa sempre brava Paola Minaccioni; ma ciò che appare un tantino negativo è l’insistere su particolari che sebbene di contorno alla descrizione della storia narrata, appaiono eccessivamente dettagliati.

E per Vanzina questo aspetto non sembra contribuire al probabile successo di un film da lui scritto e diretto perché per come la commedia si svolge non appare perfettamente conforme ai dettami dello stilema all’italiana, anche se a sottolineare il genere appaiono le figure di Vittorio Gassmann e di Aberto Sordi, più italiani e comici che mai, come sempre, anche quando interpretano l’amarezza e la solitudine.

C’è da dire che appare ancora una volta azzeccato, a favore di Enrico Vanzina, il ricorso a scene di tradimenti coniugali che stavolta vengono raccontati, data la situazione, quasi che fossero una farsa, una farsa basata sull’amaro generato dalla pandemia; il ricorso al paradosso è sempre vincente.

Riguardo ai personaggi che fanno da contorno alla non tanto complicata storia che va avanti per un’ora e mezza, lode al simpatico Greggio, una conferma alle doti di scanzonato Ricky Memphis ( però sempre uguale al suo stereotipato personaggio ), una bravo a Martina Stella ed una constatazione di eccessiva esposizione delle doti che Madre Natura le ha donato per Maria Luisa Jacobelli. Della esuberante e generosa bravura di Paola Minaccioni abbiamo detto, ma vale la pena di confermare.