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Matt Dillon nuovo giurato di Venezia 77

L’attore statunitense Matt Dillon entra a far parte della Giuria internazionale del Concorso di Venezia 77 alla 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (2 – 12 serrembre 2020). Sostituisce il regista rumeno Cristi Puiu, impossibilitato a partecipare, che la Mostra ringrazia per aver a suo tempo accettato l’incarico, e per la sensibilità dimostrata nel tentativo di tenere fede all’impegno assunto, anche quando sono emerse impreviste difficoltà.

La carriera cinematografica di Matt Dillon si estende per tre decenni dimostrando l’ampia gamma del suo talento, dai ruoli drammatici alla commedia. Dillon ha espresso la sua grande versatilità nella performance dell’arresto nell’acclamato film di Paul Haggis Crash (2005), interpretando un poliziotto razzista. Con questo ruolo ha ottenuto le nomination all’Oscar, al Golden Globe, allo Screen Actors Guild Award, ai Critics Choice Award e ai Bafta, vincendo l’Indipendent Spirit Award. Inoltre, ha conquistato uno Screen Actors Guild Award e un Critics Choice Award insieme agli altri interpreti. A partire dalla sua sorprendente performance ne I ragazzi della 56a strada (1983), fino alla esilarante interpretazione di un ossessivo investigatore privato in Tutti pazzi per Mary (1998), Dillon ha dimostrato di essere uno degli attori più eclettici della sua generazione. Oltre a essere un attore affermato, Dillon ha scritto il film con cui ha debuttato come regista, City of Ghosts (2002), interpretato da Gérard Depardieu, Stellan Skarsgård, e James Caan. Di recente Dillon ha diretto un documentario, attualmente in post-produzione, su un cantante soul cubano, El Gran Fellove.

Questa la composizione definitiva delle Giuria internazionale di Venezia 77:

Cate Blanchett presidente (Australia), attrice

Matt Dillon (Usa), attore

Veronika Franz (Austria), regista e sceneggiatrice

Joanna Hogg (Gran Bretagna), regista e sceneggiatrice

Nicola Lagioia (Italia), scrittore

Christian Petzold (Germania), regista e sceneggiatore

Ludivine Sagnier (Francia), attrice

 

Massimo Nardin è Dottore di ricerca in Scienze della comunicazione e organizzazioni complesse, docente universitario presso l'Università LUMSA di Roma e l'Università degli Studi Roma Tre, diplomato in Fotografia allo IED Istituto Europeo di Design di Roma, giornalista pubblicista, critico cinematografico, sceneggiatore e regista. È redattore capo della sezione Cinema della rivista on-line “Il profumo della dolce vita” e membro del comitato di redazione di “Cabiria. Studi di cinema - Ciemme nuova serie”, quadrimestrale del Cinit Cineforum Italiano edito da Il Geko Edizioni (Avegno, GE). È membro della Giuria di “Sorriso diverso”, premio di critica sociale della Mostra del Cinema di Venezia, e del Festival internazionale del film corto “Tulipani di seta nera”. Oltre a numerosi saggi e articoli sul cinema e le nuove tecnologie, ha pubblicato finora tre libri: “Evocare l'inatteso. Lo sguardo trasfigurante nel cinema di Andrej Tarkovskij” (ANCCI, Roma 2002 - Menzione speciale al “Premio Diego Fabbri 2003”), “Il cinema e le Muse. Dalla scrittura al digitale” (Aracne, Roma 2006) e “Il giuda digitale. Il cinema del futuro dalle ceneri del passato” (Carocci, Roma 2008). Ha scritto e diretto diversi cortometraggi ed è autore di due progetti originali per lungometraggio di finzione: “Transilvaniaburg” e “La bambina di Chernobyl”, quest'ultimo scritto assieme a Luca Caprara. “Transilvaniaburg” ha vinto il “Premio internazionale di sceneggiatura Salvatore Quasimodo” (2007) e nel 2010 è stato ammesso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali al contributo per lo sviluppo di progetti di lungometraggio tratti da sceneggiature originali; nell'autunno 2020, il MiBACT ha ammesso “La bambina di Chernobyl” al contributo per la scrittura di opere cinematografiche di lungometraggio.