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Strisciaintervista Giorgio Mulè in merito all’indagine su D’Alema

MASSIMO D’ALEMA INDAGATO PER LA VENDITA DI FORNITURE MILITARI IN COLOMBIA

GIORGIO MULÉ: «LE PERQUISIZIONI ARRIVANO DOPO UN ANNO E MEZZO. COSA SI POTRÀ TROVARE DOPO TUTTO QUESTO TEMPO? L’EX PREMIER È STATO SCORRETTO A METTERSI IN CONCORRENZA CON L’ITALIA»

Prosegue l’inchiesta di Striscia la notizia, che dal marzo 2022 si occupa del caso della vendita di armi alla Colombia con presunto intermediario Massimo D’Alema: un affare da 4 miliardi per Leonardo e Fincantieri, con 80 milioni di euro di possibili provvigioni per i mediatori. La vicenda ha avuto una svolta giudiziaria: la Procura di Napoli contesta a Massimo D’Alema, Alessandro Profumo (ex ad Leonardo), Giuseppe Giordo (ex dg Fincantieri) e altri 5 indagati vicini all’ex premier, il reato di corruzione internazionale aggravata per una presunta intermediazione nella vendita al governo colombiano di forniture militari. In forma aggravata in quanto il reato sarebbe stato commesso con l’ausilio di un gruppo criminale organizzato attivo in diversi Stati, tra cui l’Italia e la Colombia. Della vicenda se ne sono occupati ampiamente il quotidiano La Verità e il tg satirico di Antonio Ricci, che ha dedicato al caso 28 servizi in onda dal 3 marzo al 15 dicembre 2022.

«Dopo un anno e mezzo sappiamo solo che ci sono delle perquisizioni, che è un atto di inizio di indagine. Sono scelte fatte dalla Magistratura di Napoli. Soprattutto uno si chiede cosa troverà dopo tutto questo tempo», ha dichiarato oggi all’inviato Pinuccio il vicepresidente della Camera dei deputati Giorgio Mulé, all’epoca dei fatti sottosegretario alla difesa, ministero che aveva già avviato una trattativa tra stati prima di quella parallela dell’ex premier. E ha aggiunto: «Quello che importava in questa vicenda era dimostrare come ci fossero stati dei comportamenti non in linea con l’interesse del Paese e delle aziende italianeD’Alema, in virtù degli incarichi precedenti, si è messo in concorrenza con l’Italia. Non è un punto penale, ma etico e politico. E non è necessario aspettare una sentenza: è bastato quello che hanno fatto Striscia la notizia e la Verità per dimostrare che quelli sono comportamenti che non bisogna tenere».