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Tre Piani, il nuovo film di Moretti che infiamma il pubblico

Una palazzina in un quartiere bene della Capitale, un omicidio stradale, una donna sposata che praticamente vive da sola perché il marito è sempre fuori per lavoro ( ma la adora ), un nonno al quale è affidata per buona parte della giornata la nipotina: sono questi gli ingredienti che danno vita al nuovo film di Nanni Moretti che per la prima volta dirige ed interpreta una pellicola il cui soggetto non è elaborato da lui ma  è tratto da un libro di successo scritto da Eshkol Nievo, un israeliano.

Tre le famiglie descritte nel pregevole film, con i loro problemi e le loro ansie, che vivono nella stessa palazzina: tre drammi, tre problematiche diverse ma ben incastrate tra di loro a formare un’unica descrizione di storie reali della vita ansiosa di oggi che comporta, tra l’altro, la messa in discussione dei veri valori della genitorialità che vanno dalla responsabilità alle difficili scelte che la vita chiama giorno per giorno ad operare, ai possibili errori che possono anche comportare gravi conseguenze future.

Da un incidente stradale e dalla temporanea scomparsa della figlia di Lucio e Sara ( Francesca ) una bambina dal carattere dolcissimo che i genitori, un architetto ed una avvocata, educano in maniera esemplare anche se spesso debbono ricorrere all’aiuto del nonno, nasce una serie di circostanze che coinvolgono Monica ( Alba Rohrwacher ) che da sola si sta recando in ospedale per partorire e Andrea, il figlio di Vittorio e Dora, due giudici penalisti caratterizzati dalla eccessiva severità di lui ( Nanni Moretti ) e dalla dolcezza puramente materna di lei ( Margherita Buy ), nasce la storia parallela della famiglia di Charlotte ( Denise Tantucci ) una ragazza innamorata del padre di Sara che verrà da lei coinvolto in una delicata storia di sesso.

Molto ben architettato sotto tutti gli aspetti, particolarmente sotto quello interpretativo, il film è diretto da un Moretti il cui personaggio, Vittorio, da lui interpretato, rispecchia fedelmente la sua personalità e la sua ruvidità caratteriale;  è una pellicola di genere drammatico che si prefigge lo scopo di porre in risalto drammi che capitano nelle famiglie tutti i giorni, pensieri ed angosce che stampano nelle famiglie l’impronta dell’infelicità anche futura e che evidenzia i temi della genitorialità e  della parentela  in ordine ad alcuni argomenti dei quali, troppo spesso, i genitori non vogliono parlare: è un film che ha avuto il coraggio di affrontare questi temi tanto delicati e tanto ostici al punto che spesso si tende a “ dimenticare “.

Altra particolarità della pellicola è il tema del perdono, della capacità di dire “scusa, mi dispiace” che Moretti, anche attraverso le particolari interpretazioni di attori veramente ben scelti, evidenzia positivamente affidandosi particolarmente alle interpretazioni di Scamarcio e di Margherita Buy oltre che della bravissima Alba Rohrwacher.

Certo, come al solito il regista si è prefisso lo scopo di “ insegnare “ allo spettatore le reazioni da porre in atto quando si verificano situazioni del genere di quelle descritte e che a volte si concatenano tra di loro, ma che, almeno in questo caso, vengono attinte dall’autore, Eshkol Nevo, che fortunatamente ha impresso loro il carattere della speranza nel futuro, un futuro che spesso “ aggiusta e ripara “ moltissimi danni soltanto attraverso l’uso dell’umana intelligenza.