E’ la storia delle fragilità di una ragazza di colore che “voleva solo cantare ed avere una famiglia”, ma con un dono: un talento limpido e assoluto. Può piacerti o non piacerti la sua musica, il suo modo di cantare, puoi non capire niente di musica, ma il talento è fuori discussione. Il talento, quello vero, è qualcosa che riconosci benissimo anche se non capisci niente di niente dell’ambiente in cui si esibisce; puoi non capire niente di calcio ma se vedi giocare Maradona ne riconosci il talento, puoi non sapere nemmeno cosa è la pittura ma se ti trovi sotto la Cappella Sistina lo riconosci, eccome.
Il film racconta la sua vita, la vita di Whitney Huston, ma doveva far respirare quella cosa, il talento, e ci riesce molto bene.
Il racconto comincia con una 20enne Whitney che canta nel coro della chiesa e fa da corista alla madre. Durante una serata fra il pubblico c’è Clive Davis, la madre finge un abbassamento di voce per far esibire la figlia, il commento di Davis è lapidario: “penso di aver ascoltato la voce più bella della sua generazione”.
Molto avvincente la storia raccontata attraverso i frammenti fondamentali della vita della cantante. Impossibile non ricordare l’inno nazionale cantato al Superbowl: una ragazza del New Jersey che aveva un sogno era il simbolo perfetto di quella religione laica che negli Stati Uniti è capace di unire tutti, prima di tutto bianchi e neri.
Ma non è il solo: l’esibizione per il rilascio di Mandela, quella ai Grammy del ’94, l’intervista del 2009 con Oprah Winfrey, e molti altri.
Molto brava anche Naomi Acktie, che doveva essere in grado di reggere il confronto con la bellezza di Whitney e ci riesce senza sfigurare, come molto bravo anche Stanley Tucci nei panni dell’amico e discografico Clive Davis e in generale tutti gli interpreti.
Sr: Che ne dici Jr? Cosa ne pensi di questo film che racconta una storia degli anni ’80 e ’90, prima che tu nascessi?
Jr: Appena ho visto il trailer pur sapendo solo vagamente chi era Whitney ho subito pensato “questo è un gran film” èd è proprio vero. Bravissimi attori soprattutto Naomi Acktie e Stanley Tucci, davvero eccezionali, erano perfettamente nella parte tanto che sembravano raccontare la loro storia. Il film è molto sensibile e coinvolgente, dallo schermo arrivano allo spettatore sia il climax di eccitazione e felicità dell’inizio che l’inquietudine e il tormento della fine. Come hai detto tu è un’epoca che mi è estranea ma non ho percepito il divario come a volte succede. Direi che questa volta la recensione è più che positiva, che ne pensi tu che l’epoca l’hai vissuta anche in prima persona? È coerente?
Sr: Si quasi: erano gli anni ’80 e davvero convivevano moltissimi tipi di musica diversa. Potevi ascoltare lei, come i new romantic, i Pink Floyd, dark, punk, reagge…
Io invece ero molto dubbioso, più che altro perché dopo aver visto il film sul Elvis, che ci stava abbastanza, e quello su Freddy Mercury che funzionava davvero poco (escludendo le esibizioni reali!), pensavo che anche questo fosse un po’ zoppicante, invece è davvero emozionante.
Un’altra cosa: ho letto altre recensioni del film, sostanzialmente poco positive, e ho sempre più il sospetto (anche dopo The Menu ) che siano fatte da chi il film non lo ha visto proprio.
Jr: Questo è davvero triste, penso che gli articoli (le recensioni a maggior ragione) debbano essere più reali possibili, Non avrebbero nessun senso altrimenti! Mi infastidisce anche il fatto che a causa di ciò venga sminuito un film bellissimo, la trovo davvero una mancanza di rispetto verso chi ci ha lavorato duramente. Invece, parlando del film, che ne pensi dell’indecisione di Whitney? Sin dall’inizio è chiaro che il suo sogno sia cantare ma per il resto lascia andare la sua vita a “briglia sciolta”: il padre per esempio che la comanda a bacchetta e il conflitto che vive anche in merito a Robyn che deriva dal voler soddisfare le aspettative. Whitney alla fine secondo me ha fatto un unico errore: sottovalutare la pressione del successo da cui poi è stata logorata.
Sr: Si è vero che non ha senso e mi stupisce un po’ ma non è la prima volta che lo noto, e non sono opinioni personali, quelle ci starebbero anche, danno proprio la sensazione di parlare di altro film.
Di Whitney secondo me il personaggio è descritto molto bene per la coerenza soprattutto, non ci sono parti che stridono. Poi se ne sono dette tantissime negli anni su di lei, sul padre, su Bobby Brown, che dire cosa è vero e cosa no è sempre difficile. Come ho sentito dire una volta da Michael Stipe (dei REM) a cu chiedevano cosa pensasse della morte di Kurt Cobain, lui diceva che un successo planetario e improvviso, in una personalità sensibile, non può che avere effetti devastanti, sono troppe cose tutte insieme. Secondo me ha ragione lui: è troppo.
Jr: Non avrei saputo dirlo meglio, sembrava che la terra si stesse piegando per caderle addosso come in un film di Doctor Strange. Mi dispiace solo per sua figlia che ha dovuto subire di riflesso tutto ciò. Whitney comunque era una tosta almeno per quanto riguardava la sua musica, l’intervista con Oraph Winfrey: non si è fatta mettere i piedi in testa: “Non so come si canta da neri o da bianchi, io so come si canta” e come darle torto!
Sr: Decisamente molto toccante la scena di Bobby (la figlia) che vede portare via la madre in manette vicino alla nonna che l’ha denunciata, ma anche molto bella la scena di loro due che nuotano nella piscina della casa di riabilitazione.
Molto “tosto” anche il ritorno da Oprah, con quella canzone autobiografica e quella voglia di ricominciare da zero, da quasi zero, con la musica.
Jr: La voglia di ricominciare c’era ma mi è francamente sembrata un po’ finta, come se in realtà non volesse altro che sparire senza dir niente a nessuno o semplicemente architettata perché era ciò che ci si aspettava da lei.
Sr: Non ho avuto questa impressione, ma nel racconto per episodi del film c’erano diverse parti solo sullo sfondo del racconto.
Ma direi che è venuto il momento di pensare al prossimo film? Idee?
Jr: Mi sembra giusto, però al momento non c’è molta scelta a meno che tu non voglia optare per un horror!
Sr: Noooo! una commedia italiana?