Unicorni, il nuovo film di Michela Andreozzi dal 18 luglio al cinema
Condividi questo articolo:
Cosa potrà imparare un bambino piccolo? Apprezzerà l’affetto di chi lo circonda; respirerà e si nutrirà per sopravvivere, ma soprattutto prenderà confidenza con le regole ed i principi del mondo. Ci sono ancora?
Osservando la scena iniziale di Unicorni, ultima opera portata sul grande schermo dalla regista Michela Andreozzi, la domanda sorge spontanea: i membri della famiglia protagonista si ritrovano per un pranzo domenicale in cui l’unico elemento in grado di essere condiviso sembra il cibo. Per il resto, incomprensione e sgomento regnano sovrani. A tavola si parla di intelligenza artificiale; della differenza tra generazioni nuove e precedenti; di vecchi ruoli messi in discussione e persino di relazioni open. Quest’ultima per intenderci consiste nel desiderio di sperimentarsi con altre persone nonostante i metaforici sigilli di una storia d’amore.
Quello che per i primi dieci minuti sembra essere un racconto corale, diventa però una storia con un protagonista, desideroso di mettere a nudo le sue perplessità. E questo protagonista è un bambino di 9 anni, Blu, interpretato da Daniele Scardini che nonostante i pregiudizi e le prese in giro degli altri, ama indossare vestiti da femmina e può farlo, a condizione che non ci esca mai di casa.
Quando però la sua maestra, annuncia alla classe che verrà allestito uno spettacolo teatrale dedicato alle favole, il piccolo esprime il desiderio di portare in scena La sirenetta recitando nel ruolo della protagonista. La notizia, oltre a far scoppiare un’infinità di polemiche tra genitori e insegnanti, mette in seria crisi la famiglia che non sembra capace di trovare la giusta soluzione al problema.
Mentre la madre (Valentina Lodovini), sembra intenzionata ad assecondare i bisogni del figlio, suo marito (Edoardo Pesce), sostiene che a volte bisogna mettere da parte sentimenti ed ambizioni per scendere a compromessi. Le due posizioni sembrano incompatibili, quindi c’è bisogno di un piccolo aiuto: partecipare a riunioni settimanali di genitori unicorni, guidati da una psicologa, abilmente interpretata dalla regista.

Come afferma lei stessa, se la vita ci mette di fronte a problemi del genere, ognuno di noi deve compiere un viaggio che richiede forza perché obbliga inevitabilmente a rivedere le posizioni per confrontarsi con nuove realtà, magari oscure. E questo, a sua detta, è il miglior modo per dimostrare amore.
In questo film c’è tanta carne al fuoco, forse troppa. Non è facile trovare convincenti risposte ai temi trattati. Un riferimento in particolare va alla realtà raccontata attraverso gli strumenti di comunicazione che all giorno d’oggi, sembrano avere un’influenza piuttosto forte nei confronti di chi guarda e ascolta.
Il padre di Blu è un noto conduttore radiofonico. Quando la sua stazione viene venduta a una nota imprenditrice vicina al mondo conservatore, resterà con i piedi per terra, rinnegando le sue idee pur di lavorare?
Cosa si prova realmente nel vivere una relazione open come la descrive la sorellastra maggiore di Blu?
Cosa significa educare dei figli, sentendosi fino in fondo vicini a loro?
Se di fronte a una storia scritta per il cinema sembra facile mettersi nei panni del protagonista, c’è da aggiungere che la realtà evidenzia uno scenario diverso. Oltre ai casi di cronaca e alla discriminazione, ce lo dimostra la presenza, sempre più forte di gruppi in cui si condividono le stesse scelte, in cui non ci si confronta con la diversità. Peccato che, come mostra la scena inaugurale, il mondo è vario. Portare tutto in un’unica direzione sembra troppo facile.
Tuttavia, accettare per la felicità di chi vive l’esperienza sulla sua pelle è senz’altro un grande passo per imparare a comprendere. Di fronte a questa tesi di Michela Andreozzi non possiamo che condividere.
Il film verrà proiettato in anteprima nazionale giovedì 17 luglio durante la 55° edizione del Giffoni Film Festival e sarà in sala a partire dal giorno successivo grazie alla distribuzione italo-spagnola, in collaborazione con Paco Cinematografica e Vision Distribution.
Eugenio Bonardi

