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“Citzen Rosi”, Un documentario fuori concorso a Venezia,

“Citzen Rosi”, Un documentario fuori concorso a Venezia,

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Carolina Rosi

Nella 76° edizione della Mostra D’Arte Cinematografica di Venezia, gli organizzatori hanno scelto di rendere omaggio ad uno dei più interessanti registi del passato. Francesco Rosi ci ha emozionato con racconti poetici come Cristo si è fermato a Eboli, ci ha descritto le biografie di personaggi illustri come Enrico Mattei, o altri nomi oggi ricordati negativamente come Salvatore Giuliano. Sua la trasposizione del libro La tregua di Primo Levi, che nel 1997 gli ha concesso di chiudere il proprio curriculum cinematografico con grande dignità. Ma più di ogni altra cosa, ci piace ricordarlo per la brillante idea di mettere insieme narrazione e realtà, creando autentici film-inchiesta nei confronti delle alte cariche dello Stato e di tutti coloro che detengono il potere. Attraverso la lettura, l’analisi di documenti e naturalmente le immagini, lo spettatore è indotto a riflettere, a conoscere fatti che qualcuno considera “scomodi”, ad osservare con occhio diverso un paese che si rispecchia nella sua debolezza attraverso il grande schermo.
Quando Francesco Rosi girò il suo capolavoro, Le mani sulla città, era il 1963. La sua inchiesta su una Napoli corrotta, violenta e “soffocata” da una camorra avida e assetata di sangue, rimane tutt’ora una delle migliori. A suo tempo, Venezia diede grande soddisfazione al regista grazie all’assegnazione di un Leone d’Oro strameritato.

Oggi, a 56 anni di distanza, ci chiediamo come è stato realizzato questo film e quali fatti storici abbiano ispirato la mente di Francesco Rosi. Per poter rispondere a queste domande, rivivere un pezzo di storia italiana e non dimenticare una figura talvolta esaltata, tal volta dimenticata, è stato realizzato Citzen Rosi, un film diretto da Didi Gnocchi e Carolina Rosi. L’opera sarà presentata fuori concorso a Venezia, prodotta dall’Andiamo avanti Productions e 3D Produzioni in collaborazione con Istituto Luce – Cinecittà e Sky Arte. Il documento raccoglie interviste a giornalisti e magistrati che hanno collaborato alle sue inchieste; ad altri illustri colleghi che lo hanno conosciuto e i suoi amici più cari. E non poteva mancare, la testimonianza di sua figlia Carolina; una persona gentile e disponibile che sin da bambina è rimasta affascinata dal lavoro di suo padre, tanto da volerlo sempre seguire ed aiutare su tutti i set.

Eugenio Bonardi